Il prossimo 15 settembre, presso l’Auditorium BPER di Bra, si svolgerà la conferenza “Terre abbandonate e ricambio generazionale. Dati e buone pratiche per una visione sistemica nazionale” organizzata dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo insieme a Filiera Futura. Un’occasione di incontro e confronto per cercare di dare una nuova vita e un nuovo rilancio ai tanti terreni agricoli abbandonati.
In Italia, ogni anno, migliaia di ettari agricoli vengono abbandonati. I motivi sono i più disparati, dall’agricoltura intensiva, all’industrializzazione, all’urbanizzazione, ma anche i costi eccessivi che spesso gravano sui piccoli imprenditori agricoli impossibilitati ad investire sulle proprie terre. Per ogni ettaro abbandonato bisogna considerare anche la perdita di biodiversità e di quel bagaglio di conoscenza e saggezza di chi conosce quei territori da sempre, avendoli vissuti, conosciuti e coltivati.
A tal proposito, l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo in collaborazione con Filiera Futura sta avviando uno studio nazionale riguardo il recupero e la valorizzazione delle terre incolte e abbandonate e le varie possibilità per rimetterle a disposizione dei giovani che vogliono lavorare in agricoltura. Il prossimo 15 settembre, presso l’Auditorium BPER di Bra, nel contesto di Cheese 2023 e in occasione della conferenza “Terre abbandonate e ricambio generazionale. Dati e buone pratiche per una visione sistemica nazionale”, si affronteranno proprio questi temi partendo dai dati e delle esperienze in corso. Un’occasione di confronto con diversi attori della filiera, affinché si possano raccogliere istanze, esperienze e spunti di riflessione utili per lo studio che si intende realizzare, per fare rete ed agire con un approccio sistemico a livello nazionale.
Tra le esperienze proposte ci sarà anche quella de Il Giardino delle Farfalle lungo la Via delle Erbe e dei Fiori promossa dall’Associazione Versilia Verdelago e sostenuta anche dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, socio di Filiera Futura.
«Recuperare, pulire e seminare alcuni terreni abbandonati e incolti nella campagna di Massarosa è stato ed è uno degli obiettivi principali del progetto “La Via delle Erbe e dei Fiori”. Tagliare l’erba, ripulire le terre dai rifiuti e seminare sono azioni che, oltre a contribuire al decoro urbano, alla prevenzione dagli incendi, ai problemi di tipo idrogeologico, di incuria e abbandono selvaggio di rifiuti, permettono anche di dare nuova vita ai campi, aiutare gli insetti a mantenere vivo l’ecosistema e, infine, offrire ai visitatori lungo il percorso della Via delle Erbe e dei Fiori attrazioni naturalistiche valorizzate con cartelli educativi sul valore di tutela ambientale e della biodiversità» commenta Francesco Simi, presidente dell’Associazione Versilia Verdelago.
Un ulteriore slancio per la valorizzazione del patrimonio ambientale e di biodiversità nel territorio di Massarosa è la creazione del “Giardino delle Farfalle”, un’oasi dove, grazie ad azioni di recupero ambientale, al contributo di esperti e professionisti del settore, saranno realizzati percorsi didattici e aree verdi in grado di divenire uno spazio dal forte valore naturalistico ed educativo restituito alla collettività preservando e valorizzando risorse naturali e biodiversità.
Non sarà solo il giardino delle farfalle, ma un vero e proprio paradiso dell’impollinazione, dove api e insetti vari potranno trovare il vero nettare della vita grazie anche alla presenza di zone acquitrinose.
«Come Fondazione abbiamo sin da subito creduto nel progetto dell’Associazione Versilia Verdelago orientato allo sviluppo di un turismo ecosostenibile che possa sostenere le aziende agricole del territorio come motore propulsivo nello sviluppo di un’economia sana» commenta Elena Giannini, vicepresidente di Filiera Futura e componente dell’Organo di indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca
«La Via delle Erbe e dei Fiori, nata anche con l’idea di riqualificare l’area attraverso le fioriture annuali delle api e degli insetti impollinatori, si intreccia con altre iniziative – come il progetto SMAQ modellizzato da Filiera Futura, utile a favorire la digitalizzazione delle aziende locali e a dare maggiore visibilità al lavoro che portano avanti – che hanno l’obiettivo di innescare attività durature sul territorio usufruendo anche del supporto della Fondazione».
Il Giardino delle Farfalle è pensato infatti come giardino permanente, fruibile tutto l’anno e non solo nel periodo estivo di massima fioritura. I terreni in stato di abbandono da diversi anni sono stati acquisiti all’asta e riqualificati con l’aiuto della Fondazione e del coinvolgimento del WWF e del Consorzio di Bonifica, rispettando quello che di buono si era già creato. L’abbandono, infatti, ha contribuito alla creazione di piccole zone lacustri che hanno permesso la nascita di un microsistema ecosostenibile al livello di fiori e animali.
«Le risorse non sarebbero state sufficienti senza i tanti volontari intervenuti con innaffiature e manutenzione. Il prossimo passo sarà il coinvolgimento delle scuole della zona, primarie e secondarie, ma anche degli Istituti Agrari e del terzo settore. Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca ha colto con lungimiranza il valore della riqualificazione di terre abbandonate non più adatte a fornire una sostenibilità economica in senso tradizionale. Esiste un’economia agricola parallela che può diventare una nuova forma di reddito. Si tratta di un intervento al livello etico e sociale capace di creare un movimento economico in termini di occupazione» continua Elena Giannini.
Le risorse ci sono, serve sviluppare le progettualità giuste per intercettare le superfici agricole abbandonate e incolte in tutta Italia e reinvestire in maniera innovativa, per favorire un ricambio generazionale e aiutare i giovani a lavorare nel settore agricolo. Serve rigenerare i territori delle aree marginali per immaginare e costruire nuove offerte formative per le imprenditrici e gli imprenditori agricoli di domani.
«L’agricoltura può giocare un ruolo strategico, i piccoli agricoltori sono eroi, sono guidati da passione e motivazione ma è giusto che vengano supportati. La figura dell’agricoltore, dell’apicoltore o del biologo, grazie a progetti di questo tipo, può dare dignità e riscatto a tutti quei territori che si stanno spopolando e dove l’agricoltura rischia di cedere il passo alla cementificazione» conclude Elena Giannini.
E se volete approfondire meglio il tema, l’invito è per venerdì 15 settembre alle ore 14.30 a Bra, per l’evento “Terre abbandonate e ricambio generazionale. Dati e buone pratiche per una visione sistemica nazionale” ad ingresso gratuito e in presenza, i posti sono limitati.
Per partecipare è necessaria l’iscrizione su Eventbrite >>
*Immagini gentilmente concesse dall'Associazione Versilia Verdelago