Nel 2020 è nata Nova Stark, la start up fondata da Mattia Arimondo e Stefano Melis che sviluppa servizi sensoristici che supportano i produttori di vino e monitorano i parametri ambientali delle cantine in cui il vino si lascia invecchiare, minimizzando le perdite.
Fare il vino non è così semplice. Le sue origini sono talmente antiche che affondano nella leggenda. Le prime tracce di vino risalgono al Paleolitico con il ritrovamento di uva fermentata all’interno di recipienti disposti in alcune caverne. I primi documenti che ne attestano la coltivazione risalgono al 1700 a.C., ma è con la civiltà egizia che le tecniche enologiche sono diventate sempre più accurate grazie anche alle registrazioni delle varie fasi del processo produttivo fino alla conservazione. Come la filiera moderna!
Dall’Egitto la pratica del vino si è diffusa nel vicino Oriente e in tutta l’area del Mediterraneo tanto da diventare un oggetto di scambio di valore. In Italia è con i Romani che la viticoltura ha trovato una grande diffusione a partire dal sud. Furono i primi a usare botti di legno e recipienti in vetro, introducendo il concetto di “annata” e di “invecchiamento”. Da lì in poi, la viticoltura e la pratica della vinificazione è diventata sempre più raffinata grazie anche a nuovi metodi di conservazione e nuove scoperte, come il sughero.
L’Italia nel corso dei secoli ha sempre mantenuto una forte tradizione fino ai nostri giorni, il vino Made in Italy, infatti, è sempre più un cult mondiale, riconosciuto e apprezzato grazie a premi e riconoscimenti internazionali di prestigio.
Un mondo che non smette mai di evolvere, sperimentare e imparare e che, come racconta la storia, è sempre stato al passo coi tempi, con le innovazioni e con le tecnologie dei vari periodi.
E per restare in tema, proprio in Italia nel 2020 Mattia Arimondo e Stefano Melis hanno fondato la start up Nova Stark, incubata in I3P, l’Incubatore di Imprese Innovative del Politecnico di Torino: si tratta di un’azienda tecnologica che sviluppa servizi sensoristici di tipo ambientale per rilevare le condizioni delle cantine. L’obiettivo è supportare i produttori e monitorare i parametri ambientali dei luoghi in cui il vino si lascia invecchiare, che spesso mancano di condizioni idonee generando importanti perdite di vino all’anno a causa dell’evaporazione. Una perdita che si traduce anche in termini economici per le cantine costrette a fare un rabbocco del vino evaporato.
«Lo scopo è andare a ridurre al minimo la percentuale di perdita e recuperare il tempo perso per effettuare le colmature, minimizzando anche l’apertura delle botti e migliorandone la qualità. Le mappe termiche ricreate tramite sensori e visibili attraverso la nostra piattaforma permettono di indicare le situazioni più critiche e a rischio evaporazione. Riusciamo così ad avvisare per tempo l’enologo e il cantiniere per intervenire con semplici azioni di miglioramento dell’ambiente. Ad esempio, una cantina in cui abbiamo installato i sensori perdeva 225 litri di vino alla settimana a causa di condizioni ambientali non idonee. Individuando le zone più rischiose siamo intervenuti in modo mirato e semplice: è bastato bagnare per terra. I 225 litri persi alla settimana adesso evaporano nell’arco di un mese con un recupero economico importante anche in termini di fatturato» racconta Mattia.
La tecnologia di Nova Stark non è invasiva, permette di applicare i sensori senza “rompere muri o botti” e senza nessun tipo di cavo. Una tecnologia che non vuole sostituirsi all’azione dell’uomo, ma essere di supporto alle decisioni dell’enologo/cantiniere esperto attraverso le informazioni e le analisi ricavate. La collaborazione con l’Università degli Studi di Torino e la sede distaccata di Alba (enologia) ha permesso loro di comprendere meglio le esigenze di chi produce vino. Al sistema di monitoraggio dell’ambiente chiamato Arya, infatti, la start up ha aggiunto un secondo prodotto, Lygnum, che si occupa di monitorare in maniera diretta la botte. Si tratta di un tappo i cui sensori catturano temperatura e umidità esterna, mentre internamente registrano i livelli di evaporazione e temperatura del vino in tempo reale comunicando i dati tramite messaggio/notifiche e tramite dei led posti sul tappo stesso.
«Stiamo ricevendo ottimi riscontri sia in Italia che all’estero. Durante il 2023 nasceranno nuovi servizi che potremo offrire all’interno della piattaforma. Noi non siamo esperti di vino, ma di tecnologie, portare internet nelle cantine non è stato semplice, ma adesso la necessità di adattare la tecnologia al settore vitivinicolo è sempre più evidente non solo in Piemonte, ma anche in altre cantine d’Italia dove siamo già presenti. A fine gennaio saremo in America. Abbiamo sviluppato anche un lavoro sulla tracciabilità: la nostra piattaforma conserva i dati e permette di registrare le operazioni fatte sulle botti e sul vino, informazioni utili per dare una continuità di controllo fino alla produzione finale. Una filiera completa. Questo sistema ci è stato richiesto per monitorare la stagionatura del formaggio che, come il vino, risente di criticità con il variare dell’umidità. Potremmo aprirci anche a quel mercato, ma siamo ancora una start up e non abbiamo la forza per poterlo fare» conclude Mattia.
Il valore aggiunto di Nova Stark è dato dal sistema integrato che monitora l’ambiente della cantina e quello della botte, un insieme di servizi su misura e in continuo aggiornamento, grazie anche ai numerosi partner in affiancamento.
Passione, tradizione, tecnologia e rivoluzione digitale si uniscono per influire sulla qualità del vino e sul suo valore.